Osce: alla riscoperta dello spirito di Helsinki
L’Italia si appresta ad assumere per l’anno 2018 la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), in uno scenario internazionale nuovamente caratterizzato da una contrapposizione tra Est e Ovest. Dopo un periodo di relativa stabilità, le crisi in Georgia e Transnistria, il riaccendersi del conflitto in Nagorno-Karabakh e, in particolare, la guerra in Ucraina orientale, hanno difatti ricondotto l’Organizzazione viennese sotto i riflettori, portandola ad adeguare i propri strumenti a una geopolitica più complessa di quella alla nascita della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce, poi diventata Osce).
Rilancio del dialogo tra Est e Ovest
Tali dinamiche hanno complicato il funzionamento stesso dell’Organizzazione, caratterizzato da una regola che richiede il consenso di tutti i 57 Stati partecipanti per l’adozione di qualsiasi decisione. Per la presidenza italiana, la sfida e l’opportunità è quella di far riscoprire lo spirito di Helsinki, che consacrò l’Osce come primario luogo di dialogo tra Est e Ovest in tempi di minaccia nucleare.
Oggi, occorre ripartire da dove l’Osce ha già fatto progressi e dove il suo valore aggiunto può realmente promuovere pace e sicurezza, servendosi al meglio di un dialogo sincero con tutti. Se esiste un Paese in grado di far capire a tutti la necessità di lavorare con pragmatismo e razionalità, questo è l’Italia.
Guardando alle tre dimensioni dell’Osce (politico-militare, economico-ambientale e la cosiddetta “dimensione umana”), la crisi in cui versa la prima mostra la progressiva erosione dei principali pilastri dell’architettura di sicurezza europea post-guerra fredda. Un’erosione che vede il regime di controllo degli armamenti e le misure di fiducia, pensate per dare la stabilità e la prevedibilità necessarie a superare incolumi le tempeste, ormai violati o applicati in maniera selettiva.
Dialogo strutturato
L’Italia cercherà di fornire un contributo sostanziale favorendo una maggiore disponibilità al confronto nell’ambito del cosiddetto ‘dialogo strutturato’ lanciato nel 2016 dall’allora ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier per ripristinare un clima di fiducia e stimolare la riflessione sull’evoluzione della sicurezza in Europa, con l’obiettivo di portare a un fondamentale adattamento delle misure di fiducia esistenti alle mutate condizioni di sicurezza.
L’Italia promuoverà inoltre la piena attuazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su ‘Donne, Pace e Sicurezza’, e quindi il contributo cruciale delle donne nel conflict cycle, ambito anche della recente creazione di una Rete di donne mediatrici nell’area Mediterranea, iniziativa promossa congiuntamente dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dall’Istituto Affari Internazionali, insieme a Wiis Italy.
La dimensione economico-ambientale è un ambito dove, grazie all’esistenza di interessi comuni e meno conflittuali, è possibile dar vita ad un clima potenzialmente suscettibile di riflessi positivi, anche in settori più sensibili. Rafforzando il dialogo su questioni d’interesse comune quali la promozione del progresso economico e della sicurezza attraverso l’innovazione, il capitale umano, il buon governo e la transizione energetica verde potremmo infatti raggiungere risultati positivi anche in altri ambiti negoziali, nonché formare nuove alleanze a Sud e ad Est.
Nel corso del 2017 lo abbiamo già fatto con successo con i Paesi mediterranei partner dell’Osce, nell’ambito della presidenza italiana del Gruppo di contatto Mediterraneo, proponendo le tematiche economico-ambientali quali leitmotiv di un dialogo che alla fine ha interessato tutte le questioni più critiche della regione, anzitutto il fenomeno migratorio.
La dimensione umana
La dimensione umana risente oggi più di tutte delle tensioni che attraversano l’area Osce. Sarà quindi importante per l’Italia ribadire il nesso inscindibile fra la tutela dei diritti fondamentali e la stabilità interna, in linea con quell’approccio onnicomprensivo alla sicurezza che ha contraddistinto l’Organizzazione fin dagli albori. Con un approccio inclusivo e dialogante, promuoveremo il lavoro – molto importante – delle istituzioni autonome dell’Osce (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo, Alto Commissario per le minoranze nazionali, Rappresentante Osce per la libertà dei mezzi d’informazione) e cercheremo di rendere gli appuntamenti della dimensione umana una vera piattaforma di scambio, al servizio della sicurezza e del rispetto dello stato di diritto.
Valorizzeremo e potenzieremo, inoltre, l’approccio unico che l’Osce può offrire alle sfide trasversali, grazie alla nostra riconosciuta esperienza in settori come la lotta al narcotraffico e al traffico dei beni culturali. Tra tali sfide, quella del contrasto alla tratta di esseri umani lungo le rotte migratorie, che l’Italia ha già iniziato a promuovere finanziando un progetto Osce realizzato con il Centro di eccellenza per le ‘Stability Police Units’ (Coespu) gestito dall’Arma dei Carabinieri a Vicenza, potrà divenire uno dei temi distintivi della nostra Presidenza. La lotta ai traffici illeciti sarà parte di una nostra più ampia strategia dedicata alle migrazioni, che valorizzerà le opportunità socio-economiche offerte dai flussi migratori, promuovendo sia la tutela dei diritti fondamentali dei migranti, sia una corretta informazione sul tema, troppo spesso associato impropriamente al terrorismo.
In conclusione, la presidenza italiana porterà avanti il lavoro di un ciclo di presidenze, iniziato dalla Germania nel 2016 e proseguito con l’Austria nel 2017, che ha preso atto della mutata realtà e cercato sinceramente – pur tra le notevoli difficoltà esistenti – di rilanciare il dialogo tra Est e Ovest. Lavoreremo con pragmatismo e lungimiranza per rilanciare tale dialogo e l’Osce tutta, che su quel dialogo si fonda.
Foto di copertina © Presidenza austriaca dell’Osce: il passaggio di consegne fra l’ambasciatore austriaco Clemens Koja e quello italiano Alessandro Azzoni.