IAI
“Giovani di oggi, leader di domani”

Leadership e politica: conversazione con la ministra Mara Carfagna

18 Giu 2021 - Redazione - Redazione

Il tema della leadership in politica è stato l’argomento del primo dei tre webinar del ciclo “Giovani di oggi, leader di domani” organizzati dallo IAI e da YouTrend con la partecipazioni di giovani universitari. Ad aprire la serie di webinar è stata la ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, che si è confrontata sul tema con dei giovani studenti universitari. In occasione del webinar, il direttore di YouTrend Lorenzo Pregliasco ha presentato i risultati di un sondaggio sul tema della leadership, con un focus particolare su quella femminile.

Per il 63% degli intervistati in politica non ci sono abbastanza donne in posizione di leadership. L’unico settore in cui, secondo gli interpellati, ci sarebbero ancora meno donne è l’impresa, con il 65% delle risposte. Quasi due terzi degli italiani, insomma, pensa che non ci siano abbastanza donne ad occupare ruoli di potere.

La ministra Carfagna ha iniziato il suo intervento ricollegandosi a questo spunto tratto dal sondaggio: un “tema cruciale per una questione di equità, giustizia e uguaglianza” e “che mi sta molto a cuore”.

Gli esempi citati vengono presi dalle leadership femminili di “Angela Merkel, Jacinda Ardern, Erna Solberg, Sanna Marin”, facendo riferimento ad un articolo di Forbes dell’anno scorso da cui emergeva come “la leadership femminile nel mondo sia stata capace, durante la pandemia, di dare risposte più efficaci, più pragmatiche, più serie, all’emergenza”.

La seconda riflessione guarda invece alle leader europee e alla loro guida nell’ultimo anno, prendendo come riferimenti nuovamente la cancelliera Merkel, ma anche “Ursula von der Leyen e Christine Lagarde”, donne in grado “di imprimere una svolta gigantesca negli ultimi dodici mesi, passando dall’austerity alla solidarietà, dai vincoli di bilancio alla tutela e alla protezione della salute, guardando alle fasce più deboli della popolazione. Interventi tra l’altro finanziati con debito comune, una novità assoluta per l’Europa che si invocava da tempo; interventi per sostenere la transizione delle nostre economie, la transizione ecologica e quella digitale, la crescita e lo sviluppo delle nostre società”.

A partire da queste basi, Mara Carfagna ha rilanciato ulteriormente “l’impatto positivo che la leadership femminile può avere sulle nostre società”. Questo nuovo modello di leadership “fatto di capacità di ascolto, di assunzione della responsabilità delle proprie scelte, di non nascondere le difficoltà, ma di mettere in campo tutta la tenacia e la determinazione di cui si è capace senza banalizzare i problemi”.

Sui circa 200 Stati nel mondo, solo poco più di 20 sono governati da donne. E il riferimento in questo caso è “al percorso lungo di consolidamento dei diritti femminili” e della “recente conquista della piena parità, almeno da un punto di vista formale”, poiché “la parità sostanziale è ancora lontana dall’essere raggiunta”.

Il percorso verso la parità, scandito nel corso del tempo da molti provvedimenti legislativi, è “un percorso lungo, relativamente recente, che come tutte le cose recenti rischia di essere fragile e quindi va preservato e difeso quotidianamente”. Sotto due profili c’è ancora quindi molto da fare. Il primo ricordato è quello delle azioni positive come “la legge sulla doppia preferenza di genere”, in virtù della quale possiamo alle elezioni locali “indicare due preferenze a patto che la seconda sia accordata a un candidato di genere diverso dal primo”. Un’azione positiva che “ci ha consentito di incrementare il numero delle donne nei consigli elettivi”.

Guardando invece a meccanismi più impositivi, il richiamo è “alla legge che ha introdotto le quote rosa per incrementare la presenza delle donne all’interno dei cda delle società quotate”. Provvedimento sottolineato dalla ministra come necessario poiché la situazione al momento dell’approvazione era talmente emergenziale che, “per forza di cose, bisogna scardinare questo meccanismo di autoconservazione del potere” attraverso strumenti come questo.

Il secondo piano riguarda il modo in cui una donna che raggiunge posizioni di potere “esercita la sua leadership” affinché “possa rappresentare un esempio per le tante altre che ambiscono a esercitare ruoli di leadership ma che magari vengono scoraggiate da pregiudizi, stereotipi duri a morire”.

Appare quindi chiaro che la “risoluzione della questione femminile” è “indispensabile per la crescita, il benessere e lo sviluppo dell’intero Paese”. Stessa cosa riguarda la questione meridionale, al centro del lavoro della ministra, da affrontare “non con una logica rivendicazionista e vittimistica”. Colmare i divari storici attraverso strumenti e aiuti vari, non va inteso come “una sorta di risarcimento al Sud per presunti danni o torti subiti dalla storia, ma come condizione indispensabile per consentire al Sud di tornare a crescere a livelli per esempio dell’Unione europea”. Un passaggio necessario poiché “se non cresce il Sud non cresce il resto dell’Italia e non agganciamo i tassi di crescita degli altri Paesi europei”.

Mara Carfagna ha chiuso poi il suo intervento citando Margaret Thatcher e altri esempi di leadership femminile nel mondo, da Merkel a Condoleezza Rice, per poi arrivare alla vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, le quali “hanno dimostrato che la leadership femminile non è una chimera” infrangendo “il muro di cristallo” e palesando “che le donne la politica la sanno fare come gli uomini, e qualche volta anche meglio”.

Oltre alla percezione sulla presenza delle donne in politica, il sondaggio di YouTrend in collaborazione con lo IAI ha mappato anche le caratteristiche che secondo gli interpellati dovrebbe avere un leader, numeri che sono serviti per animare la conversazione con gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al webinar. Al primo posto troviamo l’onestà, con il 70,5%, seguita da competenza al 64,2% e senso di responsabilità al 58,2%. Colpisce il carisma, ultimo fra i parametri con il 38,7%,. L’ultima slide del sondaggio è dedicata invece alla scarsa presenza delle donne in ruoli di leadership e al suo impatto sulla crescita del Paese: per il 75,5% del totale degli intervistati rappresenta un ostacolo.

Nicoletta Pirozzi, responsabile del programma Unione europea e delle relazioni istituzionale dello IAI, ha ricordato i “passi da gigante” fatti negli ultimi anni in Italia in termini di rappresentanza femminile nelle istituzioni. Tuttavia, “la promozione della leadership femminile richiede un cambio di passo in due tasselli fondamentali”, cioè “un nuovo patto tra generi e la promozione di nuovi percorsi per l’empowerment femminile sia a livello partitico sia istituzionale”.

A cura di Damiano Mascioni.