Test russo e Kosmos-1408: perché è una cattiva idea distruggere un satellite
Nel corso di un’attività extraveicolare della Stazione spaziale internazionale (Iss), gli astronauti sono allertati di una possibile collisione con detriti spaziali, generati da un test distruttivo russo. Prima di poter rientrare nella Iss, una nuvola di debris piomba sulla Stazione innescando una reazione a catena, la perdita degli assetti colpiti e la morte degli astronauti.
È la trama del film Gravity, ma la realtà si è avvicinata alla science-fiction quando lo scorso 15 novembre la Russia ha effettuato un Direct-Ascent Anti-Satellite test (Da-Asat) – un’arma spaziale progettata per mettere fuori uso satelliti per scopi strategici o tattici – intercettando e distruggendo un satellite sovietico lanciato nel 1982 e non più operativo. Nell’esplosione, Kosmos-1408, dal peso di più di 2 tonnellate, si è disintegrato in più frammenti, generando una nuvola di debris che si è estesa man mano intorno all’orbita bassa terrestre.
Un allarme, questa volta vero, è stato dato alla Iss popolata da quattro astronauti statunitensi, un europeo e due cosmonauti russi, che si sono ritirati sulle navicelle di trasporto per il rientro a Terra. Potenzialmente, l’evento interessava anche la stazione spaziale cinese Tiangong, in orbite ed altitudini soggette a rischio di collisione.
Conseguenze e reazioni
Al di là delle implicazioni politiche e militari e dello sviluppo di capacità operative sul fronte spaziale, il test ha creato circa 1500 detriti di grandezza considerevole, oltre ad altri migliaia di frammenti, estremamente piccoli ma nondimeno distruttivi in caso di impatto con veicoli spaziali come la Iss, a sua volta grande quanto un campo di calcio, per via di velocità orbitali che superano i 24mila km/h.
La stessa Iss non è nuova al problema debris, e periodicamente effettua operazioni di “collision avoidance” la cui frequenza va aumentando, senza considerare i frammenti che arrivano ad impattare con gli assetti in orbita, come accaduto anche a satelliti Copernicus dell’Unione europea. I debris generati da Kosmos-1408 rimarranno in orbita per molti anni, aumentando del 100% secondo alcune stime le manovre anti-collisione da condurre.
Dal cosmodromo di Plesetsk, Kosmos-1408 è stato colpito da un missile, parte del sistema ASAT A-235 P-19 Nudol. Come da prassi, le autorità russe avevano notificato un Notice to Airmen sulla traiettoria seguita dal satellite.
Le reazioni della comunità internazionale sono arrivate immediatamente. Gli Stati Uniti hanno condannato il test russo sottolineando il disprezzo dimostrato per la sostenibilità e la sicurezza dello spazio, evidenziando quanto sia impensabile mettere a repentaglio la sicurezza degli stessi cosmonauti russi a bordo della ISS, considerando che le orbite e le conseguenze fisiche di test di questo genere sono note a tutti. Il Commissario Europeo per l’industria della difesa e lo spazio Thierry Breton si è aggiunto alla condanna del test russo, così come la Nato, il Regno Unito, il Giappone e l’Australia. Secondo Pechino invece è ancora presto per commentare il fatto. È arrivato poi il comunicato di Mosca, che ha confermato il test minimizzando le conseguenze per la sicurezza, rimarcando l’ipocrisia di chi condanna la Russia per aver messo a rischio l’uso pacifico dello spazio. Secondo il comunicato, è la strategia spaziale americana ad essere colpevole, portando il Cremlino a rafforzare le capacità difensive nazionali.
Di cosa parliamo quando parliamo di armi anti-satellite
Sistemi di arma e tecnologie missilistiche anti-satellite nascono e si sviluppano di pari passo con quelle satellitari sin dalla fine degli anni ’50. Alcuni test sono basati a terra come i Da-Asat, mentre la maggior parte sono co-orbitali e si basano su attività che si svolgono nel dominio spaziale attraverso operazioni di avvicinamento e potenziale ingaggio (Rendez-vous and Proximity Operations). Dal 2010, la Russia ha rilanciato l’eredità tecnologica maturata nel periodo sovietico, riprendendo alcune tecnologie di “active space defence”. Dal 2014, il sistema Asat Nudol è stato testato dieci volte attirandosi altre condanne. Il successo del 15 novembre dimostra una nuova capacità operativa, già posseduta da Stati Uniti, Cina e India.
Già nel 2007 Pechino ha effettuato un Da-asat, abbattendo il satellite Fengyun-1C e creando più di 3500 frammenti, il test più distruttivo finora condotto che a distanza di anni continua a mettere in pericolo le attività spaziali. L’India ha condotto un suo test nel 2019, creando un centinaio di debris. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’ultimo test a scopo militare avvenne nel 1985.
Congestione delle orbite e sostenibilità
Il test russo ha mostrato in maniera plateale il problema rappresentato dagli space debris, dai comportamenti irresponsabili e dalle orbite sempre più congestionate, con evidenti conseguenze indiscriminate sulla sicurezza di tutte le attività spaziali. Il diritto internazionale spaziale non vieta gli Asat, sebbene l’Articolo IX del Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico preveda consultazioni urgenti tra stati in caso di interferenze pericolose con le operazioni in orbita.
Un’azione diplomatica che metta insieme gli stati spaziali è da tempo necessaria e l’esigenza di adottare norme e comportamenti responsabili nello spazio è sempre più urgente. Le ultime stime parlano di 36.500 debris più grandi di 10cm, un milione tra 10cm e 1cm, 330 milioni tra 1cm e 1mm. Per vederli e tracciarli c’è bisogno di sistemi radar e ottici sempre più sofisticati e distribuiti geograficamente, mentre in parallelo si investe per rimuovere i debris e ridurre i rischi in orbita.
Tuttavia, al di là delle capacità tecnologiche è essenziale la volontà politica di affrontare il tema e riconoscere il valore anche economico delle orbite terrestri trovando delle soluzioni condivise. Il Comitato per gli Usi Pacifici dello Spazio (Copuos) dell’Onu ha raggiunto un accordo tra gli Stati membri su 21 linee guida, non vincolanti, per la sostenibilità a lungo termine dello spazio. Nel processo di negoziazione la Russia ha spesso fatto ostruzionismo, proponendo insieme alla Cina un trattato redatto da Mosca e Pechino per la prevenzione del posizionamento di armi nello spazio, che però non tratta dei sistemi Asat lanciati da terra e non prevede sistemi di verifica.
In questo contesto, porre un freno alla corsa a capacità di counter-space e vietare test che creano deliberatamente debris sono primi passi vitali da compiere per lo spazio, prima che nello spazio.
Foto di copertina EPA/NASA