Ue/Gb: Brexit, le conseguenze di cui poco si parla
Ad oggi non è possibile prevedere se o, nel caso, quando avverrà il recesso del Regno Unito dall’Unione europea, cioè la Brexit. Alcuni segni premonitori lasciano peraltro supporre che tale recesso potrebbe creare delle ulteriori conseguenze per entrambe le parti in causa. Si tratta di conseguenze non solo diverse da quelle finora temute, ma anche parzialmente nascoste agli occhi di gran parte degli interessati, pur essendo in un certo senso prevedibili o difficilmente ignorabili. C’è inoltre da considerare che, comunque, chi le ha previste non le ha considerate una reale minaccia.
La Scozia e le tentazioni dell’indipendenza e dell’adesione all’Ue
In primo luogo, le conseguenze concernenti la Scozia. Come riferito da The Economist (19 ottobre 2019), i sondaggi più recenti indicano che il 50% dei cittadini scozzesi sarebbe favorevole ad ottenere l’indipendenza dal Regno Unito e che questa percentuale tende ad aumentare. Inoltre, è bene ricordare che il 62% degli scozzesi avevano a suo tempo votato contro la Brexit. Si può, pertanto, ragionevolmente supporre che nell’eventualità di una Brexit, quale che sia la forma con la quale questa sarà attuata, la Scozia potrebbe pretendere di ottenere l’indipendenza dal Regno Unito e richiedere l’annessione all’Unione europea sulla base delle seguenti considerazioni.
Per chi non è particolarmente esperto in materia non è semplice identificare le regole costituzionali che consentirebbero di avviare pacificamente un processo di secessione della Scozia dal Regno Unito. Tuttavia, a ben vedere, non è necessario ricorrere ad un’indagine di carattere giuridico per accertare la reale portata del problema.
Le diffuse violenze ed i tumulti che hanno caratterizzato le proteste popolari avvenute di recente in Catalogna e in Hong Kong hanno evidenziato ancora una volta un profondo ed inequivocabile significato. Una popolazione fermamente decisa ad ottenere ciò che ritiene un suo legittimo diritto ha la capacità di causare delle tensioni che il Regno Unito potrebbe non essere in condizione di sopportare nelle specifiche circostanze. Ancor meno se tali tensioni dovessero cumularsi con quelle paventate per analoghe ragioni nell’Irlanda del Nord. Inoltre, non bisogna dimenticare che una Scozia indipendente non avrebbe motivo di rimpiangere la perdita dei suoi rapporti commerciali diretti con il Regno Unito a seguito della Brexit se la sua economia conservasse l’accesso al mercato di 550 milioni di consumatori dell’Unione europea.
L’Ue di fronte alle pulsioni indipendentiste
D’altra parte, è difficile credere che l’Unione europea rifiuterebbe di accogliere la Scozia una volta che questa fosse divenuta indipendente. Diversa è l’ipotesi di una Catalogna ansiosa di ottenere lo stesso risultato. In questo caso, è molto probabile che la Spagna, rifiutando di risolvere in tal modo il problema catalano, di fatto farebbe naufragare ogni progetto di futura adesione. Per di più, è logico pensare che un analogo orientamento sarebbe condiviso anche da altri Paesi membri, preoccupati dal fatto che un’iniziativa del genere potesse costituire un pericoloso precedente nei confronti di locali aspirazioni d’indipendenza.
Nel caso della Scozia, invece, si tratterebbe di una regione strappata all’Unione europea per volontà di uno Stato che ha smesso di condividerne i principi e i valori. Infine, è importante sottolineare che l’adesione di una Scozia indipendente all’Unione europea favorirebbe, sia pure indirettamente, le politiche di integrazione di quest’ultima. Un’esperienza positiva nel caso della Scozia scoraggerebbe, infatti, eventuali intenzioni di recedere da parte di altri Stati membri, nel timore che alcune loro regioni fossero indotte a emulare l’iniziativa scozzese.
La Francia e le sue peculiarità in un’Ue senza GB
In secondo luogo, le conseguenze concernenti la Francia, che, in seguito al recesso del Regno Unito, rimarrebbe l’unico Stato Ue a possedere due valide prerogative nel quadro dei rapporti internazionali. Solo la Francia sarebbe infatti dotata di una “force de frappe”, cioè di un complesso sistema di armamenti nucleari. Inoltre, nell’ambito dell’Unione europea, solo la stessa Francia avrebbe il diritto di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con tutti i relativi vantaggi legati, in particolare, al diritto di veto.
Due prerogative che le conferirebbero inevitabilmente un’evidente posizione dominante nel quadro istituzionale dell’Unione europea, soprattutto nei confronti della Germania, che di fatto regredirebbe alla semplice condizione di Paese con alte capacità manifatturiere, ma senza un reale peso internazionale. In altre parole, mancando una valida alternativa, la Francia diverrebbe l’unico punto di contatto europeo a cui i capi di Stato di Usa, Cina e Russia indirizzerebbero i loro appelli telefonici nell’eventualità di una grave crisi internazionale.
Una Unione europea e una Gran Bretagna più deboli
In conclusione, è bene formulare un’ultima considerazione sulle conseguenze che, a causa della Brexit, potrebbero prodursi a carico dei loro veri ‘destinatari’. Più precisamente, vale la pena di richiamare l’attenzione sul fatto che la situazione in cui verrebbero a trovarsi rispettivamente Scozia e Francia a seguito della Brexit rischierebbe di influire negativamente sul futuro del Regno Unito e dell’Unione europea.
Da una parte, c’è da temere che, nella malaugurata ipotesi di un’eventuale richiesta di indipendenza della Scozia al Regno Unito, quest’ultimo potrebbe essere costretto a confrontarsi con delle forze, oggi ancora latenti, in grado di minacciarne a cascata l’integrità territoriale. Da un’altra parte, molto probabilmente una posizione dominante della Francia sarebbe mal risentita da altri Stati membri, rischiando di innescare a lungo termine un processo di disgregazione dell’Unione europea.
La vera questione, tuttavia, è che tutte queste conseguenze possono essere vanificare solo da una decisione, “univoca ed incondizionata”, del Regno Unito intesa a revocare la sua intenzione di recedere dall’Unione europea, esercitando la facoltà concessagli al riguardo dalla Corte di giustizia dell’Unione europea con la nota sentenza 10 dicembre 2018, causa C-621/18, Andy Wightman e a...