A qualche ora dall’uscita dell’Uk dall’Ue
Sono qui a Londra mentre mancano poche ore dall’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione europea. Dal 1974 ad oggi il Regno Unito ha giocato un ruolo importante, ma anche controverso, all’interno della Ue. Ora non accadrà più e ci saranno una serie di conseguenze anche per gli europei che però al momento non siamo in grado di prevedere.
Aspetteremo il discorso del primo ministro Boris Johnson alle ore 23:00 di questa sera, manifestando davanti a Westminster con cartelli che sostanzialmente valgono a definire la nostra posizione: anche al di fuori dall’Unione europea, l’Italia e il Regno Unito saranno sempre Paesi amici e questo lo auspichiamo, soprattutto per la grande comunità italiana qui residente.
Da domani comincerà la trattativa per il cosiddetto trade agreement, gli accordi commerciali, che non riguarda solo le merci ma anche i servizi. Si presenta estremamente complicato il giungere all’accordo, questo per la ristrettezza dei tempi. La scadenza prevista è infatti quella del 31 dicembre, la fine dell’anno, credo sia molto difficile pervenire a questo risultato e soprattutto ottenere tutto quello che i britannici sperano, cioè un accordo commerciale basato su ‘zero tariffe e zero accise’ e una libertà di esportare servizi che costituiscono la maggior parte del Pil del Regno Unito.
Finora hanno goduto perché equivalenti a quelli europei, ma adesso non avranno più questa via preferenziale e dovranno adattarsi alle regole di casa degli europei, in particolare per quanto riguarda i servizi finanziari e legali. È una grande incognita a fronte della quale loro invece scommettono sull’altro piatto, cioè sull’accordo di libero scambio con il Nord America, pensando di poter più che compensare quello che perderanno in Europa con quello che guadagneranno su quel mercato. È una scommessa della quale conosceremo l’esito in non prima di tre anni.
Contributo raccolto dalla redazione.