Covid-19 e opinione pubblica: italiani insoddisfatti dell’Ue, governo promosso (parte 2)
Se gli italiani hanno un chiaro e netto giudizio negativo nei confronti del ruolo dell’Unione europea nella gestione della pandemia, le valutazioni espresse sul comportamento della Cina nel contesto dell’emergenza Covid-19 sono invece piuttosto articolate.
Cina e teorie del complotto
Da una parte, infatti, l’80% del campione intervistato ritiene che il governo cinese dovrebbe ammettere le proprie responsabilità per la diffusione del coronavirus a livello globale. Dall’altra, prevale un’opinione positiva (63% degli intervistati) circa la gestione dell’emergenza sanitaria stessa da parte della Cina, ritenuta un buon modello che dovrebbe essere preso in considerazione anche dall’Italia.
In generale, i rapporti tra Italia e Cina nell’era dell’emergenza Covid-19 sono caratterizzati da una certa dose di complessità, sintomo di rapporti non ancora maturi. Mentre il 77% degli italiani è grato alla Cina per la solidarietà dimostrata con l’invio di personale e materiale medico all’Italia per affrontare l’emergenza, al 52% del campione non sfugge come questo gesto sia stato una mossa di Pechino per aumentare la propria influenza in Italia sfruttando una ben orchestrata campagna di comunicazione mediatica.
Il giudizio critico nei confronti della Cina emerge anche prendendo in esame alcune teorie del complotto associate all’origine e alla diffusione del virus. In questo campo, gli italiani si confermano particolarmente esposti e sensibili, sebbene gli atteggiamenti cambino a seconda delle ipotesi di complotto prese in esame e anche in base ai diversi elettorati. Ben il 55% del campione generale ritiene plausibile che il virus sia stato creato artificialmente in un laboratorio cinese per ragioni politiche, segno ancora una volta di una certa visione disincantata nei confronti della Cina. Al contrario – senza per giunta significare un atteggiamento più benevolo nei confronti dell’amministrazione Trump e della sua gestione della pandemia – soltanto il 36% ritiene che possa esserci stato un coinvolgimento volontario americano nella creazione e diffusione del virus.
La distribuzione di tali percentuali tra i vari elettorati mostra, in generale, una maggiore propensione da parte degli elettori di centro-destra a credere alle teorie complottistiche rispetto a quelli di centro-sinistra. In posizione intermedia tra i due gruppi e spaccato al proprio interno per quanto riguarda la teoria del complotto sulla Cina si pone il Movimento 5 Stelle.
Capitale politico interno e fiducia nell’Ue
I ricchi e a volta contraddittori dati emersi dall’indagine di opinione sull’emergenza Covid-19 e politica estera Iai-Dispoc/Laps offrono almeno due spunti di riflessione che non dovrebbero sfuggire ai decisori politici italiani.
Il primo riguarda le misure intraprese per gestire la crisi sanitaria e affrontare le difficoltà economiche e sociali. Su questo versante i rappresentanti delle istituzioni più importanti del nostro Paese, tanto a livello centrale quanto a livello regionale, hanno accumulato un significativo capitale politico interno, utile nella gestione della crisi nel medio termine ma non scontato.
Il secondo spunto scaturisce dal crollo della fiducia nell’Unione europea anche da parte degli elettori fino a oggi meno euro-scettici. Il fatto che l’Ue sia stata la principale vittima politica del coronavirus è in linea con i risultati di altre rilevazioni e rischia. aggravandosi, di divenire un elemento strutturale del nostro rapporto con l’Europa. Sebbene questi dati siano da leggere in relazione al contesto specifico del periodo dell’indagine – periodo in cui all’Ue è stata unanimemente attribuita un’eccessiva lentezza nel rispondere alla crisi per via dei conflitti interni – si tratta tuttavia di un rinnovato e sonoro campanello di allarme che non dovrebbe essere sottovalutato.
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