IAI
Premio IAI 2021

Pandemia e sistema multilaterale: quale ruolo per l’Ue?

27 Ott 2021 - Roberto Baccarini - Roberto Baccarini

La pandemia da Covid-19 ha costituito una congiuntura critica per l’Unione europea, catalizzando il declino dell’ordine internazionale post-Guerra Fredda e l’emergere di un mondo multipolare.

Con la fine della Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di leader globale, dando inizio a quello che è stato battezzato come il “momento unipolare”. La sovrabbondanza di potere politico, economico, militare e culturale ha fatto sì che gli Stati Uniti fossero in grado di influenzare profondamente il sistema internazionale, strutturandolo in modo multilaterale senza che comunque questo costituisse un limite per gli Stati Uniti stessi. Il multilateralismo è stato lo strumento utilizzato dagli Stati Uniti per proiettare potere e influenza nel mondo e promuovere valori e comportamenti in linea con l’ideologia liberale occidentale basata su democrazia e neoliberalismo.

Con l’inizio del nuovo millennio, questo sistema unipolare è entrato in una fase di progressiva crisi. Tre eventi in particolare hanno segnato questo processo: gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 al World Trade Center e la conseguente “War on terror”, la crisi economico-finanziaria del 2008, l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Donald Trump. Vent’anni dopo l’inizio di questo processo, gli Stati Uniti hanno sperimentato un calo della influenza esercitata a livello mondiale e specialmente sugli alleati in contemporanea a un rafforzamento dei principali ‘avversari’ degli Stati Uniti, ovvero Russia e Cina. Nonostante questo, gli Stati Uniti tuttora mantengono il primato a livello mondiale, ma questa posizione è sempre più insidiata e instabile.

La tempesta perfetta
La pandemia da Covid-19 e le crisi ad essa collegate hanno costituito la ‘tempesta perfetta’ per l’indebolito ordine unipolare. La crisi ha evidenziato i limiti di un sistema economico costruito sulla globalizzazione, libero commercio e catene globali del valore. La pandemia da Covid-19 ha anche danneggiato la percezione dei meriti della democrazia liberale. Da un lato, le necessarie misure di prevenzione del contagio hanno comportato una compressione delle libertà individuali mentre dall’altro paesi illiberali e non democratici sono sembrati essere più efficaci, almeno all’inizio, nell’affrontare la pandemia.

Inoltre, la pandemia ha offuscato la reputazione degli Stati Uniti a livello mondiale. Questa è stata la prima crisi globale durante la quale gli Stati Uniti hanno rinunciato al ruolo di leader nell’affrontare la crisi e governare la ripresa. In aggiunta, il virus ha indebolito il multilateralismo sia all’interno dell’Unione europea stessa, dove nei primi mesi dell’emergenza ogni tentativo di organizzare una risposta corale è fallito, sia a livello internazionale dove le organizzazioni preposte a tutela e gestione del commercio (Wto) e della salute (Who) hanno rivestito un ruolo secondario nella gestione dell’emergenza.

L’emergente mondo multipolare e il dilemma per l’Ue
In una frase, la pandemia da Covid-19 ha catalizzato il processo di trasformazione verso un mondo multipolare, ovvero dove il potere è diviso fra più di due attori questo limitato numero di poli detiene molto più potere di ogni altro attore presente nel sistema. In un sistema multipolare la situazione del multilateralismo appare paradossale. L’assenza di un leader, infatti, rende più complessa la creazione, il mantenimento e il funzionamento di un sistema multilaterale mentre allo stesso tempo questa cooperazione tra i poli è fondamentale per affrontare sfide globali.

Il multilateralismo è una delle caratteristiche essenziali dell’Unione europea. Esso ha caratterizzato la formazione e lo sviluppo dell’Unione e costituisce il principale strumento attraverso cui l’Unione si relaziona esternamente con gli altri attori. Nel contesto attuale, l’Unione europea si trova tra il martello di un crescente multipolarismo e l’incudine di sempre più gravi e numerose crisi globali e un costante declino del multilateralismo. Come ricordato da Niccolò Machiavelli, è “infelice quello che con il procedere suo si discordano e ‘tempi”. L’Unione europea si trova di fronte a un bivio: mantenere lo status quo o evolvere diventando essa stessa un polo per promuovere e difendere il multilateralismo.

Per diventare tale, l’Unione deve acquisire una forma di autonomia strategica. L’Unione deve diventare autonoma, ovvero in grado di vivere secondo le proprie leggi acquisendo la capacità di agire da sola se il contesto lo richiede, e usare questa autonomia in modo strategico, ovvero orientato a proteggere i propri valori e proiettarli esternamente creando un sistema internazionale nel quale può prosperare.

Tuttavia, non c’è un percorso predeterminato per acquisire una autonomia strategica ma tre passaggi indispensabili a questo scopo possono essere individuati: la creazione di una politica estera e di difesa comune, il completamento dell’unione fiscale, abolizione dell’unanimità in relazione a queste unioni. In conclusione, l’Unione europea deve acquisire una autonomia strategica per poter diventare polo nell’emergente mondo multipolare e sfruttare questa posizione per strutturarlo in maniera multilaterale.

Il PremioIAI è stato realizzato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23- bis del DPR 18/1967

Le posizioni contenute nel presente report sono espressione esclusivamente degli autori e non rappresentano necessariamente le posizioni del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale