IAI
Sondaggio Iai-Laps

G20: cosa ne pensano gli italiani

4 Ott 2021 - Ettore Greco, Ferdinando Nelli Feroci - Ettore Greco, Ferdinando Nelli Feroci

Anche quest’anno l’Istituto Affari Internazionali ha realizzato in cooperazione con il Laboratorio Analisi Politiche e Sociali (Laps) dell’Università di Siena e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, un’indagine di opinione sugli orientamenti prevalenti nell’opinione pubblica italiana in materia di politica estera. Una parte del sondaggio,  “Gli italiani, il G20 e la cooperazione internazionale” è dedicata alla presidenza del G20 e al ruolo della cooperazione internazionale.

Gap informativo sul G20
Per gli addetti ai lavori il ruolo del G20 è noto, e sono note le responsabilità delle presidenze di turno di questo importante foro di consultazione, che quest’anno spetta all’Italia. Ma dal sondaggio, la cui versione integrale verrà pubblicata nei prossimi giorni, risulta che solo poco più di un terzo (36%) degli intervistati sa della presidenza italiana del G20.

Andando poi più nel dettaglio, dal sondaggio emerge che, secondo gli italiani, le priorità su cui il G20 dovrebbe concentrarsi sono nell’ordine: il contrasto dei cambiamenti climatici (36%), il controllo dei flussi migratori (21%), la distribuzione dei vaccini (17%) e la lotta alla povertà (12%). Anche la parte del sondaggio specificatamente dedicata alla problematica del clima, che è stata già illustrata su questa rivista, evidenzia che l’emergenza climatica è in cima alle preoccupazioni degli italiani, più della stessa pandemia.

Circa due terzi degli italiani (67%) pensano che il G20 possa essere utile a risolvere i problemi globali o almeno a migliorare i rapporti fra i leader delle maggiori potenze, il restante terzo è invece scettico. Una maggioranza assoluta (58%) è anche convinta che la presidenza italiana del G20 può avere un ruolo importante, ma non mancano quanti ne dubitano perché ritengono che l’Italia abbia uno scarso peso sulla scena internazionale (24%). Altri sono dell’idea che il governo dovrebbe piuttosto concentrarsi sui problemi interni del Paese (18%).

La globalizzazione continua a far paura
Anche i dati sulla cooperazione internazionale e i processi di globalizzazione offrono un quadro articolato. Una netta maggioranza di italiani vorrebbe che si introducessero ulteriori limiti alla circolazione sia delle persone (65%) sia delle merci (61%). Rispetto a un precedente sondaggio IAI-Laps realizzato nell’aprile 2020, in piena prima ondata pandemica, queste percentuali sono aumentate rispettivamente di dieci e di quattro punti percentuali.

Nonostante il successo della campagna vaccinale e le recenti iniziative della diplomazia internazionale, resta quindi molto forte, ed è anzi in crescita, la domanda di protezione dagli effetti percepiti come dannosi della globalizzazione. Una larga maggioranza di italiani (81%) ritiene anche che l’Italia debba rendersi più autosufficiente nella produzione di beni e servizi strategici.

Gli italiani sono però in gran parte a favore della cooperazione internazionale. C’è, in particolare, un amplissimo consenso (87%) per la partecipazione dell’Italia al programma internazionale per la distribuzione dei vaccini ai Paesi più poveri – di cui sono stati precisati i costi – e, dato ancora più significativo, la quota dei favorevoli rimarrebbe elevata (58%) anche qualora dovesse verificarsi una scarsità di vaccini in Italia.

Il 78% degli intervistati si è anche detto convinto che l’esperienza della pandemia abbia dimostrato l’insufficienza delle democrazie liberali nel gestire crisi di tale portata. Altri dati del sondaggio mostrano però che i modelli autoritari di governo non hanno oggi un maggior seguito che in passato. La critica alla performance dei sistemi democratici sembra quindi riflettere soprattutto la richiesta che essi acquisiscano una maggiore capacità di prevenzione ed assorbimento degli shock sistemici.

Migliora il giudizio sull’Ue
Nell’aprile 2020, quando ancora i Paesi Ue procedevano in ordine sparso nella gestione dell’epidemia e non si era ancora raggiunto un accordo sul Recovery Planquasi tre quarti degli intervistati (73%) si dichiarava d’accordo con l’asserzione che “la pandemia ha dimostrato il definitivo fallimento dell’Unione europea”; nel settembre 2021, cioè un anno e mezzo dopo, questa percentuale è scesa di venti punti percentuali (53%). Come si evince anche da altri dati del sondaggio, in Italia, come nei Paesi membri, si registra un maggiore apprezzamento per l’azione dell’Ue, ma resta una quota molto alta di insoddisfatti di quanto finora Bruxelles è riuscita a fare contro la pandemia.

Il sentimento verso l’Ue risulta peraltro migliorato fra gli elettori di tutti i partiti, con una punta massima fra quelli del M5s (più 26 punti percentuali) e una minima fra quelli della Lega (più 14 punti).

Un quadro in chiaroscuro
Dal sondaggio non escono quindi indicazioni univoche sul giudizio che gli italiani danno del ruolo del G20 e della cooperazione internazionale. Più chiara invece la percezione che il G20 può costituire uno strumento utile a promuovere interessi nazionali oltre che a ad affrontare problemi globali.

In sintesi, se ne può concludere che il ruolo del G20 e della cooperazione internazionale dovrebbero essere oggetto di più attenzione da parte della politica e di una migliore comunicazione da parte delle istituzioni. Tutto questo contribuirebbe anche a sprovincializzare il dibattito politico-mediatico e a sensibilizzare un’opinione pubblica, frastornata da quotidiane polemiche domestiche, sulle responsabilità internazionali del governo e più in generale del sistema Italia.

Foto di copertina ANSA/RICCARDO ANTIMIANI